Accanto al riconosciuto miglioramento delle proprietà visco-elastiche del liquido sinoviale, risaltano altri meccanismi, quali l’inibizione dell’attività dei nocicettori e della degradazione del tessuto cartilagineo, la modulazione del meccanismo dell’infiammazione, l’interazione recettoriale a livello di cellule immunocompetenti; essi suggeriscono che alcune formulazioni di acido ialuronico potrebbero addirittura contribuire a modificare il decorso della malattia.
Le ormai sempre più consolidate esperienze di impiego anche in articolazioni sinoviali diverse dal ginocchio (spalla, gomito, anca, caviglia), la possibilità di utilizzo nella patologia degenerativo-traumatica dei tendini, il concetto che l’utilizzo di acidi ialuronici diversi per meccanismo di produzione, peso molecolare, concentrazione non siano equivalenti, gli aspetti medicolegali di tali pratiche ambulatoriali, aprono ampi ed interessanti spazi di discussione, confronto e ricerca, sia di base, sia clinica.
L’acquisizione di abilità teoriche e pratiche nel campo delle infiltrazioni intra- e periarticolari rappresenta, senza dubbio, una buona arma terapeutica per ortopedici, reumatologi, fisiatri, medici dello sport, senza dimenticare che l’acido ialuronico è ben lungi dal rappresentare una moderna panacea. Infatti soltanto l’approccio integrato medico, ortopedico, riabilitativo e, quando necessario, chirurgico, può offrire al paziente le migliori opportunità di cura.
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