Negli ultimi anni molti sono stati i cambiamenti che hanno riguardato la protesi di anca.
Sicuramente la chirurgia robotica oggi consente di affrontare anche i casi più difficili tramite un planning operatorio e intraoperatorio che hanno la possibilità di correzione in base a situazioni inaspettate e non programmate. Il robot viene utilizzato anche per le forme displasiche o per esiti di fratture che alterano l’anatomia delle strutture interessate.
Le tecniche chirurgiche e l’utilizzo delle vie di accesso anteriore e anterolaterale con strumenti specifici è possibile intervenire nel massimo rispetto dei tessuti muscolari e tendinei favorendo una veloce ripresa funzionale per il paziente. Aggiungendo le tecniche antalgiche il paziente viene messo in piedi subito o comunque entro il giorno successivo all’intervento.
Gli impianti protesici si sono evoluti a livello di design e di materiali utilizzati e sono differenziati in base alle caratteristiche del paziente. Fondamentale quindi la scelta della tipologia di impianto in base al caso specifico.
Il buon risultato finale della protesi è determinato dall’atto chirurgico e dal percorso riabilitativo.
Infatti il fast-track, che prevede la mobilizzazione precoce del paziente, ha cambiato completamente l’approccio riabilitativo consentendo dimissioni precoci e l’inizio della riabilitazione dopo 2-3 giorni dall’intervento secondo un protocollo post-operatorio programmato.
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