Misurarsi il girovita è facilissimo e tutti dovremmo farlo perché il risultato parla della nostra salute presente e futura.
La circonferenza addominale è un indicatore chiaramente visibile e facilmente misurabile del grasso accumulato sui visceri che gioca un ruolo fondamentale nel rischio cardiovascolare e non solo.
Eliminare la “pancetta” così diventa un toccasana per tutto l'organismo.
Una circonferenza addominale abbondante è il primo e il più importante indizio della sindrome metabolica, una condizione complessa in cui diversi parametri metabolici sono sballati: la glicemia, i trigliceridi e la pressione sono più alti del normale mentre il colesterolo buono è troppo basso.
La sindrome metabolica inizia solitamente in sordina con uno solo dei parametri di rischio che peggiora, senza che ce ne accorgiamo poi si aggiungono gli altri. Secondo quanto sostenuto dalla Società Italiana di Diabetologia la sindrome si scatena a partire dall'accumulo di grasso attorno agli organi interni come il fegato, il pancreas e l’intestino. Il tessuto adiposo viscerale produce sostanze pro-infiammatorie che a loro volta richiamano cellule infiammatorie. Il risultato è il cosiddetto inflammasoma, un mix di cellule e molecole che portano ad un’infiammazione di basso grado ma cronica che è negativa per i vasi sanguigni e per il pancreas che diventa meno capace di produrre insulina, ormone necessario a gestire il glucosio in circolo. L’infiammazione inoltre peggiora o scatena la resistenza all'insulina: i tessuti e le cellule rispondono meno all'ormone aprendo la strada all'incremento della glicemia e in ultima analisi allo sviluppo del diabete di tipo 2, ma soprattutto di infarti ed ictus. Inoltre la sindrome metabolica predispone ad alcuni tumori tra cui mammella, prostata, ovaio, pancreas, fegato e rene; è stata associata a malattie come l’ovaio policistico ed alla demenza. Inoltre essa ha ricadute negative sul fegato che riduce la sua capacità di regolatore metabolico. Perciò misurare il girovita è il modo più veloce ed economico per capire se ci stiamo avviando sulla strada della sindrome metabolica. Per le donne la pancetta si accumula con la menopausa: gli estrogeni aiutano a depositare il grasso in eccesso sui fianchi dove non fa male ma quando in menopausa iniziano a scarseggiare l'adipe finisce sulla pancia.
Nel mondo occidentale si stima che oltre il 35% degli ultracinquantenni soffre di sindrome metabolica con una maggiore prevalenza nelle donne.
L’intervento più efficace per combatterla è senza dubbio la prevenzione che si basa su un'alimentazione corretta ricca di vegetali, povera di grassi saturi e zuccheri semplici e sull'attività fisica costante con almeno 150 minuti di esercizio aerobico moderato intenso alla settimana fino dall'infanzia perché purtroppo non riguarda più soltanto gli adulti.
Una volta diagnosticata non esiste un farmaco risolutivo per la sindrome metabolica ma occorre intervenire in maniera integrata su ciascun fattore di rischio.Perdere peso resta comunque un obiettivo fondamentale.
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